Sto scrivendo un GdR solitario dove il giocatore vestirà i panni di un Apostata di un culto.
Questa la prima parte dell'actual play giocata per verificare le meccaniche e il flusso di gioco... poi ho dato il tutto in pasto a ChatGPT per trasferire la giocata in una scrittura più narrativa 😛
Premessa: essendo ancora in sviluppo evito di spiegare per filo e per segno le meccaniche, potrebbero essere intuite ma per ora mi accontento di lasciare traccia delle scelte fatte.
- Cosa amavi davvero del culto prima che la tua fede fosse spezzata?
L’avermi accolto in un momento di piena disperazione e abbandono
- Chi era la persona che più rispettavi o ammiravi all’interno dell’ordine, e come ti ha tradito?
Il confratello Herbert che mi aveva introdotto al culto
- Quale evento o visione ha infranto le tue certezze, mostrandoti un volto nascosto e oscuro del culto?
Uno strano rituale in cui un gruppo di cultisti con maschere era attorno al cadavere di un altro iniziato
- Quale paura o rabbia segreta ha risvegliato in te questa rivelazione?
Che avrei potuto essere il prossimo a morire
- Cosa desideri veramente ora che sai la verità? Giustizia, vendetta, libertà, o semplicemente sopravvivere?
Sopravvivere e fuggire
CORPO 0
VOLONTA 0
RISORSE 0
CICLO I – Investitura
- Scena 1 (2 Fiori)
C’è tanta gente? = 9 (sì assoluto)
Tanti iniziati sono presenti nel monastero, la situazione sembra calma, leggero brusio di sottofondo
- Scena 2 (4 Picche)
Ispirazione = 6 + 3 (ombra / visione) -> appare qualcosa di strano
Vedo solo io qualcosa di strano? = 9 (sì assoluto)
Qualcosa coglie la mia attenzione, dietro uno degli iniziati vedo un’ombra, materiale, mi fissa in silenzio e il suo sguardo vuoto mi mette angoscia e nervosismo
Test su Volontà = 7 (successo parziale, 1 Tensione a volontà)
Resto scosso da quell’immagine, ma così com’è apparsa scompare dalla vista.
CORPO 0
VOLONTA 1 Test di Rovina = 9 (superato)
RISORSE 0
- Scena 3 (4 Fiori)
Cerco ristoro andando a bere un sorso d’acqua e lavandomi il viso (-1 tensione a Volontà)
CORPO 0
VOLONTA 0
RISORSE 0
- Scena 4 (9 picche)
Ispirazione = 7 + 8 (gelo / promessa)
Sollevo lo sguardo verso lo specchio, di nuovo l’ombra compare all’improvviso di fronte a me. Mi sibila con voce fredda che oggi si compirà la fine del mio cammino su questa terra. Si slancia verso di me di scatto attraversandomi.
Avverto del dolore fisico? = 2 (no assoluto) -> è un effetto su volontà allora
Test su Volontà = 1 (fallisco, 2 Tensione a volontà)
Cado in ginocchio con gli occhi spalancati e le mani alla tempia. Chi è quell’ombra? Perché mi ha condannato???
CORPO 0
VOLONTA 2 Test di Rovina = 5 (superato)
RISORSE 0
- Scena 5 (jolly nero)
Uso la tabella degli eventi = 32
Mentre sono colto dalla paranoia sento una mano gelida alle spalle che mi sfiora il collo, rabbrividisco all’idea che l’ombra sia ancora nei paraggi.
Test su Volontà = 4 (fallisco, 2 Tensione a volontà)
CORPO 0
VOLONTA 4 Test di Rovina = 10 (superato)
RISORSE 0
- Scena 6 (5 fiori)
Esco di corsa dal bagno e cerco conforto nella sala centrale stando in mezzo alle persone e alla luce per cancellare dalla mia mente le immagini di quell’ombra (-1 tensione a volontà)
CORPO 0
VOLONTA 3
RISORSE 0
Narrato da ChatGPT:
Ciclo I – Investitura
“E così sono tornato, ma non più come figlio... bensì come spettro in cerca di via di fuga.”
Il monastero era immerso in un silenzio devoto, spezzato solo dal brusio sommesso di decine di iniziati riuniti nelle navate. C’erano volti familiari, volti smarriti, volti assenti. Eppure nessuno notava la mia presenza; ero un’ombra tra le ombre. Mi chiesi quanti di loro sapessero, quanti fingessero di non sapere. Il luogo in cui ero stato accolto come figlio durante la mia disperazione, ora mi sembrava una prigione vestita di pietra e incenso.
Fu durante la seconda ora che accadde.
Dietro un confratello in preghiera, vidi qualcosa muoversi.
Non una persona.
Un’ombra.
Densa. Reale.
Mi fissava, immobile, con occhi che non avevano volto. Il suo sguardo trapassava la mia volontà come un chiodo. Ebbi un sussulto. Mi sentii osservato da dentro. Poi... sparì, come nebbia al mattino. Ma il gelo che mi lasciò dietro non svanì così in fretta.
Scappai all’abbeveratoio, cercando acqua. Lavarmi il viso. Ritrovare lucidità. Ma nulla mi sembrava reale. Neanche il mio riflesso. Forse neanche la mia paura.
Quando alzai lo sguardo verso lo specchio…
Era lì. Ancora.
Più vicina.
La stessa ombra, le stesse orbite vuote. Parlò.
Non con voce, ma con sentenza.
“Oggi si compirà la fine del tuo cammino su questa terra.”
Balzò verso di me e mi attraversò. Nessun dolore fisico. Ma la mia mente...
crollò.
Urlai dentro, ma restai muto. Caddi in ginocchio.
Chi sei? Cosa vuoi da me?
Nessuna risposta. Solo il vuoto che si allargava.
Più tardi, mentre cercavo rifugio nella mia cella, sentii un tocco.
Una mano.
Gelida.
Dietro la mia nuca.
Rabbrividii. Era ancora lì. Forse non se n’era mai andata.
La paranoia divenne compagna, la veglia divenne martirio.
Non so come trovai la forza. Ma corsi.
Fuggii dalla mia stanza, barcollando tra i corridoi fino alla sala centrale, tra gli altri iniziati, tra le voci, tra la luce.
Mi gettai tra loro come un naufrago. Non per cercare salvezza, ma per annegare la solitudine.
Mi confondo tra i corpi.
Respiro.
Ma l’ombra...
so che è ancora in agguato.
So che mi ha scelto.